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2 GIUGNO, FESTA DELLA REPUBBLICA
2 GIUGNO, FESTA DELLA REPUBBLICA
Il Referendum Istituzionale che sancì il passaggio dell’Italia dalla monarchia al sistema repubblicano si svolse nei giorni del 2 e 3 giugno 1946. Furono le prime libere elezioni dal 1924.
Ogni anno, il 2 giugno, si celebra la Festa della Repubblica Italiana, uno dei simboli patri del nostro Paese, ricorrenza densa di significati e di richiami ai valori più profondi sui quali si fonda la nostra democrazia.
Il primo Capo dello Stato fu Enrico De Nicola eletto dai deputati dell’Assemblea Costituente mentre Il capo del governo fu Alcide De Gasperi.
L’Assemblea fu chiamata a stendere anche la nuova Costituzione che entrò in vigore il 1° gennaio 1948. La nostra carta Costituzionale è una mirabile sintesi delle tradizioni e culture diverse dei “padri costituenti” ed è caratterizzata da una profonda impronta democratica e antifascista.
Stiamo attraversando un periodo molto difficile, pieno di incertezze e, spesso, di solitudine.
Ripercorrere la parabola che congiunge le origini della repubblica con il suo sviluppo successivo, con le mete raggiunte in fatto di economia, scolarizzazione, diritti dei lavoratori è un motivo di reale speranza sulle nostre capacità di ricominciare senza cedere allo sconforto.
Non bisogna perdere di vista l’orizzonte di un cammino comune e non cadere nelle visioni miopi e utilitaristiche che certo non permettono di predisporre strategie lungimiranti, le sole necessarie al Paese per attuare, veramente, i principi della Carta Costituzionale.
Tutti gli articoli della Carta sono irrinunciabili. Di seguito ne ricordo due:
“….. Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [], di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. É compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
…”
IL SINDACO
DANIELA MARIA ROSSI